mercoledì 20 febbraio 2008

POVERO TEATRO !!!




Ecco il Testo dell'INTERROGAZIONE presentata dal nostro consigliere Dario Mattucci sullo stato vergognoso in cui si trova oggi il Teatro Garibaldi:


CONSIDERATO CHE:

In data 10.02.2008 il sottoscritto consigliere interrogante ha visitato gli spazi interni del Teatro Garibaldi, in occasione di una mostra di artigianato, constatando un preoccupante stato di tenuta, a pochi anni dalla sua restituzione alla città;

da notizie acquisite risulta che mai, dalla riapertura, si sia provveduto ad operazioni di manutenzione;

scrostature esterne appaiono evidenti sulla facciata d’accesso; sul retro, invece, risultano apprezzabili i risultati di infiltrazioni d’acqua all’altezza del sottotetto, ad entrambi gli estremi; le mura interne necessitano quasi tutte di ritinteggiatura; il parquet del palco è completamente graffiato e non trattato con le necessarie sostante protettive e lucidanti; alcune porte interne risultano lesionate, mentre vi è un abbondante spreco di acqua nei water dei camerini per assenza o malfunzionamento dei galleggianti;

RITENUTO:

Che l’A.C. debba provvedere con urgenza ad opere non procrastinabili di manutenzione del Teatro cittadino, per preservarne l’integrità ed il decoro,

SI INTERROGA PER SAPERE

- Se l’A.C. è a conoscenza di quanto sopra riportato;
- Se l’A.C. intende intervenire, con quali tempi e modalità;
- Se l’A.C. intende istituire apposito fondo nel bilancio previsionale 2008 per la manutenzione del Teatro Garibaldi


martedì 19 febbraio 2008

sabato 16 febbraio 2008

DE LUCA PREMIER !!


Il dato più preoccupante è la ripresa fortissima dei poteri criminali, con i due terzi del territorio regionale in mano alla camorra.
La Campania è l' immagine di una democrazia malata".
Senza rete, come sempre, il sindaco di Salerno e deputato dei Ds Vincenzo De Luca, che è intervenuto insieme al compagno di partito Umberto Ranieri alla presentazione del libro di Paolo Cirino Pomicino "La politica nel cuore. Segreti e bugie della II Repubblica".
Con dichiarazioni che, da domani, non mancheranno di riaccendere il fuoco delle polemiche nelle file del centrosinistra campano e tra gli schieramenti.
"La verità è che una stagione di lotta alla criminalità in Campania si è chiusa con la sconfitta dello Stato, ammettiamolo - ha aggiunto il sindaco di Salerno - qui ormai diventa sempre più difficile immaginare un progetto di vita".
Le cause della degenerazione del sistema - secondo De Luca - risiedono nel "sistema clientelare di massa che gestisce i fondi Ue, la spesa pubblica e la sanità e che riguarda soprattutto il centrosinistra".
Bordate, al solito, al bassolinismo, emblema da anni del sistema di potere in Campania: "Il governo della Regione ha diramato le reti del controllo politico a tutta la società. Qui da noi, quando si nomina un primario, si chiede prima di tutto a quale parrocchia politica appartiene e non dove si è specializzato".
Ma anche l' opposizione di centrodestra per il sindaco salernitano ha gravi responsabilità: "La qualità dell' opposizione è stata più penosa del governo. Quando ci si vende per la partecipazione al Columbus Day vuol dire che non si è degni di fare opposizione".
Critiche dal sindaco di Salerno anche "alla subalternità di intellettuali e giornalisti napoletani" e ai Ds: "C'è ancora la doppia morale dei comunisti, la presunzione di superiorità. Ma devo riconoscere che ho trovato più cafoni nella mia parte politica che nella destra".

MEGLIO BERCI SU .. .. ..!!!


LA CULTURA? ... A DESTRA! :-)


Metti una serata al Luppolo, di venerdì sera, per bere qualcosa e rifocillarsi, dopo una riunione in sede.

Metti un gioco esaltante, Dr.Why, una specie di "Chi vuole essere milionario" per una sfida di cultura e velocità tra 14 gruppi agguerriti.

Al tavolo n. 1 c'è AGSMCV; si studiano gli avversari, si preparano le strategie di guerra: nessuno parli se non sa la risposta...non dite la risposta ma direttamente la lettera...tu non guardare, pensa solo a schiacciare il pulsante giusto...e tutti a gridare risposte sbagliate :-)

Qualche volta ci scappa anche la risposta sbagliata, ma alla pulsantiera si capisce male e si schiaccia il tasto..giusto!! :-) A'ciorta, si sa, è fondamentale!

Il lato sinistro del tavolo guarda la sinistra delle foto;il lato destro la parte destra; 5 prescelti si dividono le corsie nella sfida del labirinto...e così si mette in moto il nostro diesel...una lunga e progressiva scalata verso la vetta, fino alla vittoria finale: 50 euro da spendere tra lunedi e giovedi al locale, prima del prossimo venerdì, quando altre schiere ci lancerano il guanto di sfida...

peccato per lo stadio di Como e per quel giocatore dell'NBA di 218 metri...aùùùùùùùùùùùù
Un saluto all'ottimo Francesco Dima! .. (Ogni promessa è debito! ) ;)

martedì 12 febbraio 2008

ORE 20: DIFFERENZIATA IN FIAMME

L'imbecillità è sempre in agguato; l'inciviltà regna sovrana.
Allea ore 20 il punto di raccolta della differenziata nell'area mercato è andato in fiamme.
A fuoco i nuovi cassonetti, particolarmente pieni quest'oggi di carta e plastica, dopo il conferimento avvenuto nella giornata odierna da parte di un numero sempre maggiore di cittadini.
Pronto l'intervento della polizia municipale e dei vigili del fuoco, immediatamente allertati dal consigliere Mattucci.
Questa città avrà un futuro?

lunedì 11 febbraio 2008

Riflessioni


La scelta fatta da Gianfranco Fini di presentarsi alle elezioni con la lista del Popolo delle Libertà e senza il simbolo di Alleanza Nazionale ha creato non pochi malumori nel partito e tra i ragazzi di Azione Giovani. Questo è il momento delle riflessioni, ecco perchè riportiamo l'intervista a Gianfranco Fini su "il giornale" e l'articolo di Marcello De Angelis, così da offrire nuovi spunti al nostro dibattito.
Roma - Presidente Fini, che cosa sarà il Popolo della libertà, un cartello elettorale o un vero e proprio partito? «Non sarà solo un cartello elettorale, guai se lo fosse. È un progetto molto più ambizioso che nasce da un accordo politico e che troverà la sua consacrazione nel momento elettorale ma dovrà necessariamente svilupparsi dopo. Del resto Berlusconi ha chiarito che coloro che saranno eletti con il Pdl faranno parte di un unico gruppo parlamentare».
Come è arrivata l’accelerazione decisiva? «L’accelerazione è nata dalla consapevolezza della condizione irripetibile in cui si trovava il centrodestra italiano. Rispetto a qualche mese fa e anche rispetto all’aspra polemica che c’era stata dopo l’annuncio di San Babila erano accadute alcune cose che avevano cambiato radicalmente lo scenario».
Ma cosa vi siete detti con Berlusconi? Qual è stata la scintilla? «A Berlusconi ho detto: ma se ci fosse la legge elettorale scaturita dal referendum, faremmo la lista unica? Berlusconi mi ha risposto di sì. A quel punto parlando ci siamo trovati d’accordo nel dire che per la prima volta poteva nascere un soggetto politico non calato dall’alto attraverso la scissione o la fusione di soggetti esistenti ma dal basso, nelle urne, per espressa volontà del corpo elettorale. E abbiamo rotto gli indugi».
Come farete a dare un’anima a questa nuova creatura? «Il Pantheon dei nostri valori è condiviso da tempo. E questo è avvenuto grazie all’esperienza di governo e attraverso i valori del Ppe. Inoltre esiste un manifesto dei valori redatto e firmato da tutti noi. Su questo si è andata a innestare la spinta proveniente dal popolo del 2 dicembre che ci ha fatto sentire indietro rispetto al sentire dell’elettorato».
Che cosa significa affrontare queste elezioni senza il simbolo di An? È preoccupato? «Innanzitutto da domani sarò impegnatissimo a spiegare al partito che cosa sta accadendo. Ma non sono preoccupato per due ragioni: le identità dei partiti non sono espresse solo dai simboli - se fosse così si tratterebbe di identità assai deboli - ma dai valori e dai principi di riferimento. E da questo punto di vista c’è una sostanziale omogeneità soprattutto con Forza Italia. Inoltre già nel ’96 e nel 2001 la maggior parte dei deputati e dei senatori vennero eletti con un simbolo che non era né quello di Forza Italia né quello di An. Senza contare il referendum che promuovemmo per l’abolizione della quota proporzionale». An verrà sciolta?«An dovrà discutere fin dalla direzione di sabato, che sarà allargata a tutti i gruppi parlamentari, della nuova strategia. E se, come mi auguro, ci sarà il via libera, nei primi mesi dell’autunno sarà indetto un congresso per sancire questa decisione e avviare la fase successiva che dovrà portare alla nascita di un vero e proprio partito».
Che cosa farà l’Udc a questo punto? «Sarebbe davvero grave se gli amici dell’Udc non comprendessero l’importanza di ciò che sta accadendo e non contribuissero a rendere il Popolo della libertà più forte e credibile nei valori e nella sua capacità di governo».
Qual è la sua previsione?«Confido nella lungimiranza di Pier Ferdinando Casini».
Perché concedete alla Lega l’uso del simbolo e all’Udc no? «La Lega ha una sua specificità legata al fatto che è presente solo in alcune aree. Il modello che mi viene facile evocare è il modello tedesco con l’alleanza strategica tra Cdu e Csu».
Dal punto di vista organizzativo che cosa accadrà? Ci sarà una sede unica? Perderemo sinonimi giornalistici come Via della Scrofa e Via dell’Umiltà? «Non bisogna avere fretta. L’importante è avere un progetto politico chiaro e vincente. Poi, per dirla con De Gaulle, l’attendenza seguirà. Fermo restando che ritengo importantissimo affinare la macchina organizzativa».
Come si fa ad esorcizzare il rischio di avere un’Armata Brancaleone, con tante sigle che confluiscono insieme? «Il semplice fatto che ci sia l’impegno di che entra a rimanere nel gruppo parlamentare unico è una garanzia contro i frazionismi. Inoltre dovrà valere la regola delle decisioni a maggioranza».
Spesso in Italia la confluenza di più partiti in un’unica formazione non è riuscita a produrre la somma delle percentuali. Questa volta che cosa accadrà? «È vero quello che lei dice ma qui siamo in presenza di uno scenario diverso perché questa non è una lista ma il progetto di un soggetto politico capace di rappresentare oltre il 40% degli italiani. È una accelerazione verso un assetto che se non è bipartitico ci va molto vicino».
Veltroni è impegnato in una difficile operazione: la rimozione del governo Prodi dalla memoria dell’opinione pubblica. Ci riuscirà? «Veltroni soffre di amnesie gravi. Presentare il suo progetto come una sorta di new deal e come nuovo un partito che ha Prodi come fondatore, come vicepresidente D’Alema e quasi tutti i ministri dell’esecutivo, oltre a Bassolino e Loiero, significa considerare scarsamente intelligenti gli italiani. Diventano ancora meno credibili quando lo sento dire che bisogna diminuire le tasse».
La preparazione delle liste sarà il primo test per il Pdl. Secondo quale criterio si procederà? «Il primo atto sarà la definizione del programma, con un particolare accento sul rilancio dell’economia, sulla legalità e la sicurezza. In parallelo inizieremo a predisporre le liste con una volontà innovativa. L’obiettivo è presentare liste credibili per qualità, capacità e serietà. Sono convinto che se riusciremo a candidare molti giovani e donne sarà la dimostrazione evidente della volontà di guardare avanti».
Mastella sarà dentro il Pdl? «Se non fosse per lui saremmo ancora alle prese con il governo Prodi. Inoltre lui già ha come riferimento i valori del Ppe. Bisognerà, però, che ci sia una ulteriore sottolineatura della necessità di rompere i ponti con la sinistra anche in molte amministrazioni locali».
E Storace? «È evidente che se Francesco dice che vuole entrare nel Pdl deve sottoscriverne i valori. E lui ha fatto notare giustamente che è uscito da An per non approdare nel Ppe. Non sarebbe comprensibile se Storace facesse parte della coalizione ma non del Pdl e lo facesse in ragione della sua diversità valoriale».
Ad aprile a Roma si voterà con cinque schede diverse e senza più i simboli dei partiti. Non teme il rischio di molti errori materiali da parte degli elettori? «Sì, anche per questo abbiamo deciso che in tutte le consultazioni ci sarà il simbolo del Pdl».
Chi sarà il candidato sindaco del centrodestra a Roma? «Se sull’altro fronte ci sarà Rutelli dobbiamo essere consapevoli che occorre un candidato di peso come possono esserlo Frattini e Giorgia Meloni. Ma potrebbe essere anche un altro che non è stato ancora fatto».
La nascita del Pdl rappresenterà per An uno strappo simile a quello di Fiuggi? «Siamo solo ai primi passi di un percorso. Ma non credo che i due eventi siano paragonabili».
È interessato a guidare il Pdl? «Sarebbe stupido parlarne. Di sicuro nessuno rimarrà disoccupato. Ci sarà spazio, gloria e fatica per tutti».

(di Marcello De Angelis) - Com’era prevedibile ricevo da ieri una telefonata ogni dieci minuti di amici che si dicono sorpresi, avviliti, sconcertati o anche solo stupiti della decisione di Fini di unire le forze con Berlusconi. Tutti dicono “la decisione di Fini”, a sottolineare che loro, quella decisione, non l’hanno presa, anche perché nessuno gli ha chiesto il parere. E sono, come in passato, disorientati, per la sempre presente paura di perdere se stessi. Frequento giornalisti che scrivono di politica da anni e so come lavorano. Li conosco di persona. Sono quasi tutti antifascisti, più o meno consapevoli, più o meno viscerali. C’è quello che ricordo dal collettivo del Tasso, l’altro del collettivo del Giulio Cesare. Un altro era del Pdup o di autonomia operaia, molti sono troppo giovani per aver preso parte alla stagione dell’odio e rimpiangono l’occasione persa e il fatto di non aver mai avuto una chiave inglese sulla quale mettere le tacche dei fascisti sprangati. Ci odiano e si fanno beffe di noi. Giocano con noi. Li sento chiacchierare e ridere, raccontandosi l’un l’altro cosa scriveranno, annunciando l’ennesimo strappo, la nuova svolta, usando parole come “abbandono”, “tradimento”, oppure le fanno dire al testimonial di loro scelta, il più anziano possibile, il più accorato, oppure una donna che ricorda i bei tempi che non torneranno, o qualcuno che vuol solo farsi pubblicità. Si dicono “vedrai domani che succede!” e ridono alle nostre spalle, perché giocano con noi come i bambini che mettono il fuoco ai formicai per guardare le povere bestioline che corrono su e giù prese dal panico. Alcuni non hanno fatto altro per dieci anni e ne godono con vero sadismo. Non scrivono sul Manifesto, ma sul Messaggero, sulla Stampa, sul Corriere della sera, su Repubblica, sull’Espresso, ma anche sul Giornale e su Panorama. Altri sono in Rai, molti lavorano a Mediaset e così ci sparano alle spalle, mentre i loro compagni ci sparano in faccia. A ben vedere scrivono sempre la stessa cosa, ci annunciano la Fine che si approssima, la nostra apocalisse dei significati, attraverso la scomparsa dei simboli, ci annunciano l’oblio. Ci annunciano ciò che auspicano da sempre e che auspicavano, frustrati e delusi, i loro fratelli maggiori, i loro genitori e in alcuni casi persino i loro nonni. La nostra estinzione sulla terra, con qualsiasi mezzo, e la cancellazione del nostro ricordo. Ma dinanzi alla nostra sopravvivenza, durata mezzo secolo malgrado tutto e malgrado tutti, all’odio s’è aggiunta l’invidia, il risentimento, perché chi ha tutte le armi per piegare alla propria volontà la verità ufficiale e la memoria collettiva, trema di terrore dinanzi a chi sopravvive solo grazie all’ostinato ricordo. E pensa: “cosa accadrebbe di me e del mio mondo, se questi cocciuti “memori di sé” avessero un giorno anche i mezzi che abbiamo noi? Cosa resterebbe di noi, dei loro nemici di sempre, se un giorno anche loro potessero avere il diritto di insegnare a scuola la loro storia, di farci dei film, di “socializzare” il loro ricordo?” E tremano e vogliono che non accada. Io non penso che un partito sia la mia storia. Penso che un partito sia un mezzo di trasporto, che si usa per fare il percorso necessario. Non potrei mai pensare che il mio sangue, i miei valori, i sogni di tutte le generazioni che mi hanno preceduto e le loro sofferenze, possano essere imprigionate in una cosa piccola e meschina come un partito. La mia casa è l’Italia e a volte nemmeno mi basta, voglio anche l’Europa e da lì voglio segnare il mondo. I miei martiri non sono morti per un partito – o per un simbolo di partito – né per una percentuale di voto, per un certo numero di seggi in più o per permettere ad uno – o a me! – di sedere su una poltrona. Chi fa appello al sangue, ai valori, alla “nostra storia” per farsene uno sgabello che lo avvicini al seggio è un miserabile infame. E purtroppo sono moltissimi, nascosti dietro parole d’ordine e simboli eterni. Basta ipocrisie, basta schizofrenie. Quando ero ragazzino c’erano quelli che per fare i nazisti giravano con la croce di ferro che avevano comprato su una bancarella a Portobello Road. Qualcuno aveva affrontato l’inferno del fronte russo per guadagnarsi quella medaglia e loro pensavano che bastassero le due sterline che avevano dato a un mercante armeno per ostentare la stessa gloria… Indossare la pelle del leone o del lupo può fare impressione ai paesani ignoranti, un lupo o un leone non ti scambia per uno dei suoi, anzi, ti riconosce e ti odia per lo scempio che fai ogni giorno della pelle di suo fratello. E ti vorrebbe uccidere. I miei morti stanno nel mio cuore e nella mia vita di tutti i giorni, non stanno seppelliti in una sede di partito. Il mio dovere non è “commemorarli”, perché le commemorazioni ti mettono in pace con te stesso e ti permettono di ricordare il tuo dovere solo una volta l’anno e fare nel resto dei giorni tutto lo schifo che ti pare. Io volevo morire per la Patria, ma non sono ancora morto. Vuol dire che la Patria da me pretende ancora qualcosa. La Patria, che è sopra ogni cosa e oggi sta morendo. La Patria che sta sopra ogni parte di essa: partiti, famiglie e individui. Sopra la Patria c’è solo Dio. Bisogna combattere per creare un mondo migliore per i propri figli o per preservare il mondo dei propri antenati? Tutt’e due. Ma bisogna capire che esistono solo il passato – che è andato via e non torna – e il futuro, che non è ancora arrivato. Il presente è un’illusione. Chi vive il passato nel presente è malato e si nega il futuro. Chi si ferma è perduto. Se avanzo seguitemi, se indietreggio sparatemi. Il fascismo non è mai ieri è sempre domani. Onorare i morti non è portare per sempre i loro corpi sulle spalle, ma dargli degna sepoltura perché siano liberi di andare oltre, nella loro corsa verso il cielo. Onorare i martiri significa arrivare lì dove loro erano diretti, non erigere una torre dove sono caduti e restarci in eterno. E per andare, più lontano e più veloce, si scende dalla diligenza per prendere il treno e giù dal treno per prendere l’aereo: i mezzi non sono sacri, lo è solo il fine. E il fine è salvare la Nazione e sconfiggere i suoi nemici. L’Italia è ancora da fare e soprattutto gli italiani. Io ho nostalgia di tutto, mi è difficile staccarmi da qualsiasi cosa. Ma le cose si muovono malgrado me e se resto fermo non servo a nulla. E una volta che mi sono preso delle responsabilità nei confronti di altro e di altri, che diritto ho a restare seduto a piangere sul passato che si allontana insieme alla gioventù e tutte le persone care che a poco a poco sono sempre di meno? Il dovere del soldato è vincere, non è morire nella battaglia disperata. Anche se a volte questo sembra più desiderabile. Il soldato deve battere il nemico, perché se invece cade, lascerà senza protezione la sua terra, la sua donna e i suoi figli e – peggio ancora – i figli degli altri – e avrà così guadagnato la gloria ma perso l’onore, perché il dovere del soldato è combattere per la Patria, non per acquisire una medaglia e l’ammirazione delle signorine. Io non posso stare un giorno senza combattere: per la Patria, per la sua salvezza e per il suo onore, che sono anche la salvezza dei miei figli e l’onore dei miei padri. Se il nemico usa i missili, io voglio i missili. Se hanno il nucleare, userò il nucleare. Chi va in giro vestito da cavaliere antico, o coperto di alamari, farà sicuramente più bella figura, ma in battaglia non serve a niente. Per sorprendere il nemico bisogna mimetizzarsi e coprirsi la faccia di fango. La vittoria, se non è solo per goderne in privato, è un dovere. Se è in gioco la sopravvivenza della Patria, la sconfitta non è un opzione accettabile. Se le cose cambiano e il mondo continua a girare e facciamo fatica a stargli dietro, possiamo e dobbiamo provare rabbia, ma non possiamo frignare e dire “basta, non gioco più”. Chi diserta perché il suo esercito ha modificato l’uniforme, non può poi andare a dire a quelli che continuano a combattere che il vero eroe è lui…

domenica 10 febbraio 2008

PIAZZA BOVIO, PIAZZA DESTRA

Una giornata di vento e sole.
Il vento che spazza via la sinistra dal governo e il sole che riscalda i tanti cittadini accorsi in piazza Bovio richiamati dalle insegne di tutti i partiti del centrodestra.
AN, FI, UDC, Circoli della Libertà raccolgono firme per chiedere all'amministrazione comunale di rivedere gli avvisi di pagamento relativi alla Tassa sui Rifiuti; cifre esorbitanti per un servizio non reso.
Assieme ai partiti c'è il Gazebo di Azione Giovani, che ricorda anche il 10 Febbraio, Giorno del Ricordo dei martiri delle Foibe e dell'odio dei partigiani comunisti.
C'è aria nuova...aria di Destra!!

sabato 9 febbraio 2008

IN PIAZZA CONTRO QUESTA TARSU !!

DOMENICA 10 FEBBRAIO, SEMPRE IN PIAZZA BOVIO E GIA' DALLE ORE 9:00, ANCHE AZIONE GIOVANI ASSIEME AI PARTITI DEL CENTRODESTRA PER SOSTENERE I CITTADINI DI SMCV NELLA RICHIESTA DI REVISIONE DELLE BOLLETTE TARSU, AUMENTATE IN MEDIA DEL 15/20% GRAZIE ALLA IRRESPONSABILE GESTIONE DEI RIFIUTI IN CAMPANIA.

10 FEBBRAIO IN PIAZZA BOVIO

DOMENICA 10 FEBBRAIO SAREMO DALLE ORE 10:00 IN PIAZZA BOVIO PER IL GIORNO DEL RICORDO; DISTRIBUIREMO ALLA CITTADINANZA OPUSCOLI, CARTOLINE E IL TRADIZIONALE FIOCCO TRICOLORE CHE CONTRADDISTINGUE DA ORMAI 4 ANNI QUESTO GIORNO SOLENNE.
PER NON DIMENTICARE CHI E' MORTO PER L'ORGOGLIO DI RIMANERE ITALIANO!!
W L'ITALIA!!!

giovedì 7 febbraio 2008

SMCV CELEBRA IL 10 FEBBRAIO

SMCV CELEBRA IL 10 FEBBRAIO
Su nostra proposta, il Sindaco dott. Giudicianni ha disposto che domenica 10 Febbraio sia esposto dalla Casa Comunale il Tricolore della Nazione in ricordo dei martiri delle Foibe e dei 350.000 esuli di Istria, Fiume e Dalmazia.
In città, inoltre, saranno affissi dei manifesti commemorativi per il "Giorno del Ricordo" ed è stata trasmessa a tutti i Dirigenti Scolastici degli istituti cittadini la seguente nota:
CELEBRAZIONE DEL GIORNO DEL RICORDO
Compio il dovere istituzionale, nata dalla ferma volontà del Presidente della Repubblica Ciampi, di ricordare le vittime delle Foibe e l'esodo forzato di centinaia di famiglie dalle loro terre, di ripercorrere insieme a Voi, docenti e studenti, la tragedia di tanti italiani imprigionati, uccisi, gettati nelle foibe, la cui dolorosa storia è stata per troppi anni dimenticata.
Il Giorno del Ricordo, a loro dedicato, è il momento per far sentire a chi fu colpito negli affetti più cari da quella dura storia, la nostra affettuosa vicinanza e solidarietà.
La memoria di quelle vicende, che ha già rischiato di esser cancellata, va mantenuta viva e consegnata in tutta la sua drammaticità alle generazioni più giovani.
Nell'autunno del 1943, in un clima di odio nato dal conflitto mondiale, maturò un disegno di eliminazione della presenza italiana da quella che era la Venezia Giulia, un moto di odio e di furia sanguinaria che assunse i sinistri contorni di una "pulizia etnica".
Si consumò con la disumana ferocia delle foibe, una delle barbarie della seconda Guerra Mondiale e, quel che è peggio, subentrò un colpevole silenzio su quanto accaduto.
Oggi che in Italia si è posto fine a tale ingiustificabile silenzio, è nostro dovere ricordare.
Sia per tutti noi, il Giorno del Ricordo, un solenne impegno di
NON DIMENTICARE !!
dott. Giancarlo Giudicianni
Sindaco

10 FEBBRAIO: PER NON DIMENTICARE

FOIBE
ERAN GIORNI DI SANGUE
ERAN GIORNI SENZA FINE
PER LE ORDE SLAVE L'ULTIMO CONFINE
ERAN GLI ULTIMI FUOCHI DI UNA INFINITA GUERRA
E QUEI BARBARI FEROCI VOLEVAN QUELLA TERRA
UOMINI E DONNE VENIVAN MASSACRATI
LORO SOLA COLPA ITALIANI ESSER NATI
VECCHI E BAMBINI GETTATI NEGLI ABISSI
SPINTI GIU' NEL VUOTO DAI GENDARMI ROSSI
FOIBE NELLA ROCCIA E DI ROCCIA ERA ANCHE IL CUORE
DI UN MARESCIALLO BOIA DI TANTA GENTE SENZA NOME
VENIVANO SOSPINTI CON FURORE E ODIO
VITTIME PRESCELTE PER UN VERO GENOCIDIO
E DOPO 50 ANNI HAN FINTO DI SCOPRIRE
CIO' CHE SEMPRE SI E' SAPUTO
E CONTINUANO A MENTIRE
MA NON AVRA' MAI PACE QUELLA NUDE OSSA
FINCHE' ESISTERA' L'IMMONDA BESTIA ROSSA
E' PASSATO TANTO TEMPO MA IL MIO CUORE GIOISCE ANCORA
QUANDO SIGNORA MORTE SUONO' LA SUA ULTIMA ORA
PER QUEL MARESCIALLO ASSASSINO D'INNOCENTI
PER QUEL BOIA IMMONDO AGUZZINO DI TANTI
E NON POSSO PIU' SCORDARE CHE IL MIO CUORE PIANGE ANCORA
AL RICORDO DI UN PRESIDENTE CHE HA BACIATO LA SUA BARA
PRESIDENTE DI QUELL'ITALIA CHE HA VOLUTO DIMENTICARE
CHI FU MASSACRATO PERCHE' ITALIANO VOLEVA RESTARE

mercoledì 6 febbraio 2008

PRIMA DELLA BATTAGLIA ....

Per molti anni ci si è chiesto a cosa sarebbe stata destinata quella parte di mercato mai utilizzata; chi diceva che avrebbe prima o poi ospitato l'ortofrutta, chi invece sperava in un mercatino dell'antiquariato o dell'artigianato locale.
Niente di tutto questo: l'area nella foto ospiterà i cassonetti per la differenziata...!!
Si presenta così, stamattina, questa piccola area di mercato, in attesa del primo sversamento di venerdì 8 febbraio...; carta, cartone, vetro, lattine, plastica saranno sversate in 3 zone di conferimento: il mercato, via Giotto per l'IACP e il ponte dell'ex stazione Alifana a S. Andrea.
Non è dato sapere con quali sacchetti effettuare la differenziata; soprattutto vorremmo sapere come avviene lo smaltimento, visto che già la cittadinanza è stata presa in giro quando alla raccolta differenziata di qualche anno fa è seguito lo smaltimento INDIFFERENZIATO.
Chiederemo queste cose nel Consiglio Comunale previsto per stasera, così come chiederemo se il nostro Comune deve continuare ad affidare senza gara d'appalto il servizio di igiene urbana a quel carrozzone clientelare che risponde al nome di GeoEco S.p.A., che per l'integrazione del contratto per la raccolta differenziata ha chiesto, udite udite, più di 4 MILIONI DI EURO oltre IVA!!! Ecco come si sostengono i carrozzoni e le clientele!!!
Ma si può accettare tutto questo???

martedì 5 febbraio 2008

LIBERTA'!!!


"Agonizzanti in un letto, fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere l'occasione, solo un'altra occasione di tornare qui sul campo ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai ...la libertà!!!"
Questo film è l'icona della Destra: Valori eterni come la Patria, l'Onore, la Fedeltà, il Cameratismo mentre dall'altra parte c'è la tirannia, il sopruso, il tradimento, il potere.
Questo film andrebbe proietato nelle scuole, come insegnamento di vita, ma dovrebbero vederlo anche tanti politici, anche a destra, per capire chi erano, ammesso che lo siano stati, e cosa siano diventati...
Quell'urlo di Libertà che Wallace lancia accettando di morire da uomo degno, vale più di tutte le "pacifiste" chiacchiere di una politica politicante, che parla, parla, parla, per dividersi o giungere a insani compromessi.
Manteniamo sempre il coraggio di essere uomini liberi!!!
LIBERTA'!!! LIBERTA'!!! LIBERTA'!!!

domenica 3 febbraio 2008

FERVONO LE ATTIVITA'

Lunedì 4 continua il cineforum al Circolo di Azione Giovani di SMCV: dopo l'esaltante "300", è la volta del mitico Braveheart !!!
Appuntamento ore 20:30 e proiezione ore 21:00!!
Giovedi 7, invece, torneo di burraco ... oggi , alle 17:30, torneo di playstation ;)
Domenica tutti in piazza nel Giorno del Ricordo: il 10 Febbaio si onorano i martiri delle Foibe, italiani massacrati dall'odio titino e dai partigiani comunisti; con loro il ricordo va ai 350.000 esuli di Fiume, istria e Dalmazia costretti ad abbandonare la terra natìa per sfuggire alla morte certa.
W l'Italia!!