giovedì 6 novembre 2008

Veltroni, party. Ma presto!


* da Libero


Qualcuno dica a Veltroni che Obama è stato eletto in America.

Qualcuno gli dica che quando lui ci ha provato a dire "si può fare" in Italia non ce lo siamo filati. Tanto che ad aprile ha vinto Berlusconi.

Qualcuno glielo dica perché oggi, lui e il Pd, scendono in piazza a festeggiare: «Il mondo che cambia. Festa per Barack Obama», si chiama il party.

Ore 18, fino a notte, il Pd si ritrova a piazza del Pantheon. Quando mai s'è visto.

In quale altro luogo del mondo.

Ma ormai l'abbiamo capito: per Veltroni l'importante è buttarla in caciara. Ogni occasione è buona per scendere in strada a cazzeggiare.

Ma Veltroni non ha capito che lui non è Obama: non propone niente di nuovo.

Come dice Daniele Capezzone, portavoce di Forza Italia: «La caratteristica essenziale della campagna-Obama è stata proprio quella che potremmo definire una "postpartisanship", cioè un tentativo (apprezzato in modo straordinario dagli elettori americani) di esprimere un cambiamento che non sia solo schiacciato nella direzione di una delle due appartenenze partitiche tradizionali.

Da questo punto di vista, al di là di ogni altra considerazione, il tentativo di Veltroni di appropriarsi di questo successo, come se fosse "cosa sua", è non solo debole dal punto di vista propagandistico, ma anche sbagliato dal punto di vista dell'analisi di quanto è davvero accaduto nel rapporto tra il candidato Obama e l'elettorato americano».

Veltroni, party. Ma presto.

Albina Perri

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