lunedì 13 ottobre 2008

IL RIONE S.ANDREA ABBANDONATO E DERISO

* di Dario Mattucci

Intendo rappresentare il più totale sconcerto e, nel contempo, la più sentita solidarietà ai cittadini di S. Andrea, per l’inconcludente e imbarazzante incontro con l’Amministrazione comunale avutosi lo scorso venerdi presso il comitato civico rionale.

Bugie e risposte evasive, spesso incomplete o fuorvianti, e soprattutto la più totale assenza di programmazione per un rione che continuerà ad essere tagliato fuori dall’economia cittadina, perché è emerso con evidente chiarezza il più assoluto disinteresse a sostenere le più volte invocate aspettative di riscatto territoriale.

E’ assurdo che i fondi che il Governo riconosce alla nostra città per la presenza del CDR siano utilizzati dall’Amministrazione per interventi che nulla hanno a che vedere con il rione che ospita quell’impianto e che vive maggiormente i problemi connessi alla presenza di strutture produttive inquinanti; vorrei ricordare che una delle prime convenzioni siglate in occasione dell’insediamento del CDR, stabiliva che le quote di ristoro dovessero essere utilizzate per mitigare l’impatto ambientale nel rione, e questo non è mai stato fatto!

Per ogni argomento sollevato, poi, dall’ambiente alla sicurezza, dalla viabilità ai servizi, si è sentita la solita scusa: “noi non c’entriamo, è colpa di chi c’è stato prima di noi”.

Come si fa ad essere così insolenti?

Il sig. Giudicianni pensa forse che i suoi interlocutori siano degli stolti e non sappiano che quelli che “c’erano prima” sono gli stessi che ci sono adesso e condividono con lui l’immobilismo amministrativo?

Campochiaro c’è oggi come c’era ieri quando produceva danni in campo ambientale; Chirico c’era ieri e c’è oggi, dopo aver tradito il mandato popolare che l’ha votata per fare opposizione e non per andare a gestire il potere; numerosi consiglieri sono oggi come ieri responsabili della “non politica” della sinistra locale che da 15 anni produce sfaceli in questa città.

E il sindaco si permette di prendere le distanze?

E da chi, da se stesso e dalla parte politica di appartenenza?

Mi chiedo quale futuro abbia questa città se continua ad essere rappresentata da chi dimostra di non avere il senso delle Istituzioni e una adeguata responsabilità di governo; mi chiedo soprattutto se questi amministratori amino e rispettino S. Maria, perché l’unico interesse che sinora è emerso è quello per la gestione spasmodica e famelica di un potere improduttivo di pubblici benefici.

Il tema dello sviluppo delle periferie deve ritornare con forza all’attenzione del Consiglio, perché la strada che questa Amministrazione ha imboccato rappresenta un vicolo cieco dal quale si rischia di non tornare più indietro.


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